Storia della pedagogia

La storia della pedagogia può riguardare due piani significativamente diversi tra loro: quello della “pratica educativa” e quello della riflessione teorica su quest’ultima.

Essa inoltre va distinta dalla storia dell’istruzione, la quale tratta delle istituzioni scolastiche (legislazioni, organizzazione, personale, corporazioni e sindacati etc.). Recentemente, si è anche in parte trasformata in storia dell’educazione, che tratta dei sistemi educativi in generale, e quindi anche di quelli sviluppatisi al di fuori dell’ambito scolastico, come la famiglia, gli scout, le associazioni sia laiche sia religiose, etc.

Come nel quadro, un padre insegna a suo figlio le virtù cavalleresche del poema didattico Winsbeke del codice medioevale manessiano.

Le origini della pedagogia

Fin dalla sua prima e remota comparsa sulla terra, l’uomo, appena ha riconosciuto nel nuovo nato un essere destinato a crescere ed a somigliargli, ha messo in atto delle procedure educative, trasmettendogli l’abitudine e la capacità di affrontare le situazioni e di sopravvivere. Le prime forme di apprendimento si basavano presumibilmente sull’imitazione e l’emulazione degli antenati più valorosi, mentre successivamente sarebbero subentrate conoscenze più autonome basate sul metodo dei tentativi ed errori. Certamente, la pratica educativa è cambiata nel tempo, e si è affinata adattandosi anche alle mutate situazioni storiche.

Pedagogia classica

Nel periodo più arcaico della Grecia antica, la questione della formazione umana, sorta prevalentemente in un contesto aristocratico, trasse dai poemi omerici le sue prime ispirazioni, in particolare dai modelli offerti dagli eroi Achille e Odisseo.

In seguito giunse progressivamente a maturazione l’ideale della paideia con l’enfatizzazione delle virtù del cittadino, quali l’obbedienza alle leggi e la dedizione alla vita collettiva della polis, nella quale l’individuo poteva approdare a quella realizzazione e perfezionamento di sé conosciute come kalokagathia (propriamente «bellezza e bontà»), fatta cioè di qualità sia esteriori che interiori, mirante a fare di lui un essere umano nel senso più autentico della parola.

Dal V secolo a.C. Socrate, con la sua maieutica, vede il lavoro dell’educatore simile a quello della levatrice: il suo compito è solo quello di tirar fuori la conoscenza insita nelle persone, tramite una serie di domande che indurranno l’interlocutore a cercare una risposta. Questo sarebbe stato possibile in quanto, secondo Socrate e il suo discepolo Platone, l’anima già preesisteva alla sua venuta al mondo, avendo appreso nel cielo iperuranio quella sapienza, successivamente caduta nell’oblio al momento della nascita, che era compito dell’educatore risvegliare.

Platone affronta in uno dei suoi dialoghi il problema di come avvenga tale apprendimento, che consiste essenzialmente in una reminiscenza, dando avvio ad un filone di studi composto da una lunghissima e fitta schiera di pensatori che ha discusso sull’essenza della pedagogia, sui suoi metodi e sui fini che dovrebbe proporsi.

Presso i Romani l’ideale greco della paideia si identificò con quello latino di humanitas, ad esempio in Aulo Gellio, Marco Terenzio Varrone, e Marco Tullio Cicerone, per essere portata avanti dai primi Padri della Chiesa, come Clemente di Alessandria, Origene o Gregorio di Nissa, che l’armonizzarono con i fondamenti della nascente teologia cristiana.


LEGGI TUTTO

La tua filosofia di vita
può essere uno spunto di riflessione per tanti, condividila.


    Aiutaci a prevenire lo spam rispondendo alla domanda in numero