Considerazioni del teologo Mancuso sull’Amore nei testi dell’apostolo Paolo

AMORE

Una delle pagine più belle sull’amore è l’Inno all’amore dell’apostolo Paolo, testo datato dagli studiosi verso il 50 e quindi tra i più antichi del Nuovo Testamento. Qui presento una mia traduzione di alcuni versetti:
“Se parlo le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho l’amore, sono un bronzo che risuona o un tamburello che fa solo rumore. E se ho la profezia, e so tutti i misteri e tutta la conoscenza, e se ho tutta la fede così da spostare le montagne, ma non ho l’amore, non sono nulla. L’amore è paziente, benevolo è l’amore; non ha invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di attenzione, non cerca nulla per sé, non si adira, non calcola, non si rallegra dell’ingiustizia, ma gode della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non cade mai. […] Ora rimane fede, speranza, amore, queste tre: la più grande di tutte però è amore.”

Questo testo afferma che l’amore si differenzia dalla fede e dalla speranza. Ma non solo, afferma anche che l’amore si differenzia dalla carità, persino dalla pienezza della carità che arriva a distribuire tutte le proprie ricchezze, nel senso che esteriormente si può agire nel modo più generoso senza per questo avere amore.

Esiste sull’amore un altro testo di pari valore e di pari purezza. Viene dalla tradizione buddhista theravada ed è chiamato Mettasutta, traducibile con «Discorso della gentilezza amorevole». Eccone il passaggio centrale: “Possano tutte le creature essere felici e in pace, che la loro mente sia felice. Che nessuno mortifichi l’altro, che nessuno, in qualsivoglia situazione, disprezzi l’altro; che nessuno, per collera o risentimento, desideri il male dell’altro. Così come una madre difende suo figlio, il suo unico figlio, a costo della vita, allo stesso modo, nei riguardi di tutte le creature, si deve sviluppare un’illimitata attenzione mentale e una gentilezza amorevole per tutto il mondo.”

L’amore non è qualcosa che si ha o che si fa, è qualcosa che si è. È una forma dell’anima. La forma di chi sa che c’è qualcosa di più importante di sé, e lo ricerca con passione assoluta. Questo amore si identifica con un’esigenza insopprimibile di relazioni vere e giuste che fa porre il centro di sé fuori di sé.


VITO MANCUSO

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