Non so come sarebbe stata la mia vita senza l’arte. Già durante la mia infanzia tutto attorno a me parlava di musica, danza, pittura, poesia. Non era solo un’espressione che mirava a rendere bello e armonioso il mondo che vivevo, era la materia pulsante della vita stessa; l’arte era per me i colori coi quali la vita si vestiva, aggiungeva emozioni. Col passare degli anni, mi sono resa conto che l’arte mi ha insegnato a dare attenzione ai dettagli, ai silenzi, alle pause, alle sfumature. È stata una maestra gentile di vita.
E durante i momenti duri della vita, l’arte può essere più di questo: può diventare salvifica.
Il sostegno prezioso degli artisti
Gli artisti sono delle persone speciali: tutti pensano che il loro operato sia accessorio e non di vitale importanza, ma se durante il confinamento non avessimo avuto libri da leggere, film da guardare, musica da ascoltare e sulla quale ballare, spettacoli per farci ridere e piangere, e molte altre forme d’arte per risollevarci l’animo, credo che questi mesi ci sarebbero sembrati ancora più lunghi, tristi e tetri. Il confinamento ci ha insegnato che l’arte è vitale, perché ci ha permesso di mantenere un certo equilibrio mentale in una situazione psicologicamente molto difficile.
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