È possibile la via della liberazione per un Occidentale?

Quel che distingue le culture orientale e occidentale è la convinzione, che può benissimo essere fondata su una esperienza, della continuità della coscienza.
Detto altrimenti: per gli orientali con la morte essa non si interrompe, ma solo si “assottiglia” – così come non è stata generata alla nascita.

Il flusso coscienziale è senza inizio e senza fine.

Questo suona bizzarro alle orecchie di un contemporaneo occidentale, ma sorgerebbero serie perplessità se egli si calasse in sé con sistematicità meditativa e vivesse quel momento in cui la coscienza prende a svelare i propri segreti.
Diverse persone di scienza, oltre che filosofi, hanno verificato questo.
Assumiamo per un istante che questo accada in una persona; ciò la porterebbe a considerare il problema di sé attraverso una prospettiva del tutto diversa.
Si troverebbe a fare i conti con l’impostazione orientale: un eterno flusso di coscienza impressionabile dalle esperienze vissute che porta con sé i sedimenti di tali impressioni i quali rilasciano via via la propria forza psichica che condiziona le esperienze future.

Ho detto, in sintesi, del karma.

La tua filosofia di vita
può essere uno spunto di riflessione per tanti, condividila.


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