L’emergenza del linguaggio

Nei giorni d’attesa, quando le parole più frequenti sono i numeri di contagio della pandemia, ci troviamo come buttati in un tempo nuovo, dilatato: una grande parentesi in cui la frenesia della programmazione del lavoro e delle nostre giornate lascia spazio alla ricerca di un ritmo rallentato che si accorda ad altre priorità.

Qualcuno così riscopre vecchi affetti, guarda con nuovi occhi le piccole cose, si immerge nei libri accumulati sui comodini e non ancora letti, inizia una serie televisiva rimandata da anni, riprende un cammino spirituale interrotto. Qualcuno, insomma, si accorge di avere più tempo, si accorge che un’altra vita è pur sempre possibile.

Anche le parole in questo momento cambiano tono, mutano registro, si modulano con l’andamento delle giornate trascorse anche in solitudine.

La nostra proposta è quella di riempire questi attimi e di posare l’accento su un linguaggio sempre più positivo. Pubblicheremo ogni giorno notizie, frasi, appunti o articoli che ci hanno catturato e fatto ragionare.

A volte, basta riavvolgere il nostro nastro personale per capire se il linguaggio può divenire una vera alchimia che ci aiuta ad avere una visione più positiva.

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