Ehi Rovaglia, che sorpresa! Il Chievo si gode il baby filosofo

Da La Gazzetta dello Sport (ed. Verona) – 22/10/2019


Esordio super in B: «La cosa più bella? L’ abbraccio dei miei a casa»

Era un generoso fin da bambino, Pietro Rovaglia. I suoi allenatori continuavano a ripetergli di dosare le risorse, perché fosse stato per lui non si sarebbe fermato proprio mai. Già altissimo, anche scoordinato, con tanta forza di volontà. L’ ultimo prodotto fatto in casa e firmato Chievo ha 18 anni, al Bottagisio da quando ne aveva 9. Cresciuto guardando di continuo Ibrahimovic, col mito di Pellissier e la passione per la filosofia. Gli sono bastati dieci minuti con l’ Ascoli, alla prima coi grandi, per far vedere di che pasta è fatto. «Un po’ d’ ansia c’ era, ma dopo aver giocato bene il primo pallone mi sono liberato. È stato un mix di emozioni quando sono entrato, il coronamento di un lungo percorso. Ma non mi sento ancora un calciatore, di strada dovrò farne tanta», racconta Rovaglia dalla sua casa di Casteldazzano, bambino del piccolo Dorial quando lo vide per la prima volta il Chievo.

Di Ibra studia ogni dettaglio.

«Sono nato vedendolo giocare, a volte mi piace tentare colpi come i suoi. Ci provo almeno», il flash di Rovaglia, anche azzurro Under 19 con tanto di gol all’ esordio lo scorso 14 agosto al debutto contro la Slovenia. In testa il pallone e la maturità scientifica a indirizzo sportivo, così come tutti i suggerimenti di Pellissier. «Mi parla spesso.

Continua a ripetermi di lavorare con umiltà e imparare dai grandi. Bella sensazione ascoltarlo per chi come me è cresciuto guardando le sue partite», l’ altro mattone di Rovaglia, punta moderna e un vocabolario già piuttosto ricco, da tempo sotto i riflettori anche delle grandi. Due anni fa lo voleva la Juve, ora la B col Chievo e quel ruolo di terza punta certificata, almeno fin quando non rientrerà Djordjevic, a farne lievitare le responsabilità.

«Quel che resta di questa domenica è anche il ritorno a casa, con la mamma e il papà che mi abbracciano quasi commossi», l’ altra istantanea di Rovaglia scattata davanti ai genitori Silvia e Nicola, una delle tante di un giorno speciale. I maestri a Veronello non gli mancano.

«Rodriguez mi ha preso sotto la sua ala. Anche lui mi dà continui consigli. E poi c’ è il mister.

Quando sono entrato mi ha semplicemente detto di fare quel che ho sempre fatto. Ci ho provato con tutto me stesso, anche se l’ importante è sempre la squadra». Sempre impiegato coi più grandi Rovaglia, fin da piccolo. Senza mai incrociarsi quindi con Vignato, se non in qualche scorcio con la Primavera. Destino che si ritrovassero in cima alla piramide. Con l’ Ascoli gli è bastato un attimo. Assist di Rovaglia, gol di Vignato. Come inizio non c’ è male.

La tua filosofia di vita
può essere uno spunto di riflessione per tanti, condividila.


    Aiutaci a prevenire lo spam rispondendo alla domanda in numero