IL VIRUS ALLE SPALLE.

Dallo stop arrivato nel momento clou della stagione alle nuove opportunità per gli sportivi. Anche il Bottagisio si rimette in moto

Pallone e scherma assieme a rugby, boxe e rafting: da metà giugno riprendono le attività del centro.
I pilastri di calcio e scherma. Al piano di sotto rugby, baseball, boxe e rafting. Tutti insieme. Da metà giugno il Bottagisio riaprirà campi e palestre, aggiungendo al pacchetto le innumerevoli partite di calcetto e calciotto perse in questi mesi. Il filo conduttore è quello di sempre, tanti sport insieme grazie ai quali dilatare il campo ed allargarlo ad altre discipline.
Pallone, sciabola e fioretto davanti a tutto, in un calendario già da tutto esaurito anche per il primo Chievo camp in programma da lunedì a sabato prossimo quando il Bottagisio tornerà a respirare l’ aria di sempre. Con lo sport a disegnare il percorso principale e attività complementari a far da prezioso corollario. Come le lezioni di lingua inglese, come la novità del teatro. D’ accordo il calcio ma l’ offerta deve essere sempre più allargata secondo la natura del Bottagisio, centro sportivo fra i più evoluti in Italia pronto ad aggiungere alla struttura un altro piano che nelle intenzioni del Chievo verrà riservato a una palestra di scherma e una multifunzione, adattabile a molti sport individuali. A partire dalla ginnastica a corpo libero.
Le prenotazioni per i prossimi mesi sono una prima boccata d’ ossigeno, dopo la chiusura obbligata di primavera proprio nel picco degli eventi. Precise anche le raccomandazioni anti-covid, con un allenatore ogni sette bambini e precise disposizioni su distanziamenti e misure preventive. Una riaccensione che sa anche di passato, di una storia da ripassare dove racchiuso c’ è gran parte del cammino del Chievo. A partire dal 1957, quando il Bottagisio divenne dimora stabile per la squadra prima costretta per le partite casalinghe ad alternarsi fra il terreno in località Bionde così come quelli del Dopolavoro in epoca fascista o lungo la linea ferroviaria del Brennero, utilizzato nel primo Dopoguerra. Fino al lascito del cavalier Carlantonio Bottagisio, da cui tutto partì. L’ impianto, curato da don Silvino Venturi all’ epoca parroco di Chievo, venne poi alimentato dalla gente del quartiere. Il 5 dicembre del 2015, dopo appena dieci mesi di lavori, l’ inaugurazione alla presenza fra gli altri del presidente del Coni Giovanni Malagò. Già allora con l’ idea di fondo di coniugare tradizione con un inevitabile sguardo rivolto al futuro. Punto di riferimento per tutta la città, non solo per il Chievo. Sempre più veloce la marcia del Bottagisio
  • da l’Arena del 7/06/2020

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