Oltre alle ricerche scientifiche, il pensiero di Franco Ferrarotti

“Chiunque può leggere libri di sociologia.

I classici della sociologia si possono leggere, studiare, applicare le teorie in essi raccolte, ma ciò che definisce propriamente il sociologo non è la preparazione teorica in termini di storia delle dottrine sociali e politiche, ciò che definisce veramente il sociologo come tale, che lo distingue dal politologo, dallo psicologo, dallo storico e dal filosofo sociale, è il sociologo in quanto ricercatore sociale. Il sociologo è colui che si attiene alla definizione della sociologia come scienza del presente e del vivente, è colui che si sporca le mani…

Il sociologo va sul campo, parla con i protagonisti, raccoglie informazioni. Certamente, la buona ricerca sul campo ha bisogno di ricercatori informati molto bene sugli antefatti storici, ma non basta lavorare nella polvere degli archivi, bisogna lavorare guardando in faccia, negli occhi, i contemporanei, i soggetti della ricerca, esserne parte integrante. La vera sociologia è questa, quando ogni ricercatore è anche un ricercato!

Certo è difficile andare sul campo, è difficile sporcarsi le mani, ma ogni ricercatore sociologico non può far valere la propria cultura come un capitale privato rispetto all’ignoranza dell’intervistato. Molti studiosi non sono in grado di condurre ricerche sul campo perché sono bloccati da un concetto normativo elitario di cultura, come loro patrimonio privato che non si può spendere con gli altri, mentre il ricercatore sociale sa di dover imparare anche da coloro che va interrogando”.

Franco Ferrarotti

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