Stress da lavoro in aumento: colpisce soprattutto dirigenti e tute blu

Un’indagine Bva-Doxa sulle pmi evidenzia un aumento dei casi di burnout del 14% in un anno

Il benessere psicologico nelle aziende italiane è un fattore poco considerato: ma i lavoratori sentono la mancanza di iniziative che lo favoriscano. Ad analizzarlo, per il quarto anno consecutivo, uno studio realizzato da Bva-Doxa per Mindwork, realtà nata nel 2019 che offre consulenza piscologica on-line alle aziende, presentato alla vigilia della giornata mondiale della salute mentale che si celebra oggi.

L’indagine, realizzata a settembre, ha coinvolto lavoratori di pmi con almeno dieci dipendenti in vari settori produttivi, dalla manifattura ai servizi. I risultati sono purtroppo sconfortanti: con la complicità dell’anonimato gli italiani manifestano un malessere diffuso. I due anni di pandemia sembrano aver lasciato il segno, ma se nei paesi anglosassoni la reazione è stata violenta, con il fenomeno delle dimissioni di massa, in Italia dove il mercato è assai meno dinamico, l’insoddisfazione rischia di trasformarsi in problemi psicologici seri.

Nel 67% delle aziende italiane non esiste alcun servizio di supporto psicologico. A soffrire di più sono i blue collar, versione moderna delle tute blu. Gli operai manifestano livelli di stanchezza, stress e preoccupazione per il futuro elevati e si trovano spesso in realtà “rigide” dove manca sia la flessibilità, intesa come conciliazione tra vita privata e lavoro, sia la possibilità di parlare dei propri problemi con tranquillità. Un’altra categoria particolarmente esposta è quella che viene definita la generazione sandwich: quarantenni o giù di lì con figli piccoli da accudire e genitori anziani non autosufficienti. Hanno sulle spalle un carico emotivo importante al quale riescono a far fronte con fatica.


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