Il Dio delle donne visto con occhi diversi

Diverse sono le autrici, pensatrici e maestre di vita che hanno cercato di esplorare e sviluppare il tema del “Dio delle Donne”.

  • Marguerite Porete
  • Simone Weil
  • Angela da Foligno
  • Etty Hillesum
  • Giuliana di Norwich
  • Cristina Campo
  • Clarice Lispector
  • Melanie Klein

Marguerite Porete

(Hennegau, 1250/1260 … – Parigi, 1º giugno 1310) è stata una religiosa, scrittrice e teologa francese, autrice de Lo specchio delle anime semplici, un’opera sulla spiritualità cristiana riguardante l’agape. Fu bruciata sul rogo per eresia a Parigi il 1º giugno 1310 in Place de Grève, dopo un lungo processo per aver rifiutato di togliere il suo libro dalla circolazione e per aver rifiutato di ritrattare le sue idee. Il libro è considerato una delle fonti principali della dottrina medievale dell’eresia del Libero Spirito.

Le notizie su Marguerite Porete sono registrate solo nei resoconti del suo processo per eresia, in cui fu condannata ad essere bruciata sul rogo. La sua biografia è probabilmente parziale e sicuramente incompleta. Era associata con il movimento delle beghine, donne che vivevano in piccole comunità chiamate beghinaggi, senza una vera e propria regola monastica. Le beghine si trovavano tra lo stato religioso e quello laico, pronunciavano solo i voti di obbedienza e castità ed era quindi per loro possibile una certa libertà di movimento.

Alcuni l’hanno anche associata al movimento religioso dei Fratelli del Libero Spirito, un gruppo laico cristiano che fu considerato eretico a causa delle sue visioni antinomiste.

Lo specchio delle anime semplici

Lo specchio delle anime semplici è strutturato come un dialogo fra tre personaggi allegorici: Amore, Anima e Ragione; tutti e tre sono personaggi femminili (l’Amore viene nominata “dama”). La Ragione incarna il regime della mediazione (sia come concatenamento razionale, sia come ragione discorsiva, contrapposta all’intelletto intuitivo); l’Anima è l’espressione dell’autrice stessa; l’Amore rappresenta l’amore per Dio. Durante tutto il testo regna l’incertezza su chi ne sia l’autrice, se la “dama d’Amore”, oppure l’Anima, quindi se scienza umana o divina. Solo alla fine dell’opera si comprenderà che l’autrice è l’Anima.

Nella sua opera, Porete distingue due Chiese: la grande composta dalle anime semplici, annientate in Dio, e la piccola, formata dalle gerarchie ecclesiastiche. Ponendosi non contro, ma sopra quest’ultima, Porete non chiede che anime perfette prendano il posto della Chiesa gerarchica, ma che quest’ultima si apra nella forma del riconoscimento e dell’accettazione, al più che proviene dalle anime che hanno con Dio un rapporto assolutamente libero. Facendo questo, Porete, trova una posizione di signoria femminile, e afferma una superiorità non gerarchica, ma spirituale di essa. Tale superiorità risiede nella coincidenza tra ciò che sono e ciò che fanno le anime annientate in Dio.

Due racconti circoscrivono il percorso di Anima nel suo itinerario di congiunzione con Dio:

Il primo racconto è posto all’inizio del libro e riguarda proprio il suo significato: esso narra di una fanciulla figlia di un re, che, dopo aver sentito parlare della grande cortesia del re Alessandro, se ne innamora. La fanciulla sentendo una grande vicinanza interiore con l’uomo, per lenire il dolore provato per la lontananza fisica, ne fa fare il ritratto. Analogamente l’Anima fa scrivere questo libro a Porete, per rendere vicino Colui che è così lontano e così vicino allo stesso tempo, ovvero Dio (il libro è dunque visto come un’immagine in grado di creare una circolarità e un reciproco scambio tra vicino e lontano).

Il secondo è un racconto autobiografico che descrive i ripetuti fallimenti di una mendicante nel tentativo di giungere a Dio attraverso una mediazione, e dunque, rappresenta il fallimento del libro come mediazione: “c’era una volta una mendicante che per lungo tempo cercò Dio nella creatura…. Ma non trovò niente e si ritrovò ancora più affamata di quello che andava cercando”. Questo testo parla della necessità di cercare Dio nelle creature, ma anche il fallimento di ogni tentativo in questa direzione, cosicché il libro è l’unica risposta alla possibilità di trovare Dio “nell’intimo nucleo intellettuale del proprio più alto pensare”. La semplicità dell’anima annientata, non divisa in sé stessa ma ricongiunta con Dio, si consegna così alla fine, registrato il fallimento del libro stesso come mediazione, al silenzio: ma, in mezzo, c’è l’opera scritturale di Margherita Porete, che destina alla grandezza di una filosofia mistica di prim’ordine una voce femminile.

L’amore secondo Margherita Porete

L’amore professato da Porete tende a rendere relativo ogni contenuto determinato, riportando le volizioni all’assenza del desiderio, e quindi all’Assoluto vero e proprio. Arrivare all’Assoluto, per lei, significa scartare il “meno” e proseguire verso l’Intero (l’Intero è al di sopra e trascendente rispetto alle determinazioni). L’anima semplice poretiana deve smettere di amare-per, per diventare essa stessa Amore. La volontà tende a volere ogni cosa, ma per anelare all’Intero deve non desiderare più nulla; così distaccandosi da tutto, diventa in realtà essa stessa il Tutto. Dialetticamente, l’amore infinito può realizzarsi solamente nel rifiuto del possesso vacuo degli enti: si tratta sia di sacre reliquie, che di virtù morali. Distaccandosi dall’amore preso in considerazione, l’anima diventa l’Amore stesso.

L’Anima a questo punto non ama più per, ma si è trasformata nell’Amore stesso che vuole il tutto, non seguendo più niente. La sovrabbondanza d’Amore conduce l’Anima al superamento dell’Amore stesso. In quest’ottica, per Margherita la Scrittura è materiale per i servi. Chi è riuscito a dialettizzare l’amore “senza perché” nel non-amore- ossia a realizzare l’Amore assoluto, l’identità con l’Uno non ha più bisogno né di pregare, né di cercare. Chi cerca ricade nella distinzione tra soggetto ed oggetto; chi prega persegue un fine (“è bene per voi che io vada”). Per Porete è preferibile coltivare l’amicizia, anziché l’amore, perché l’amicizia è l’amore senza desiderio ed è, secondo lei, la forma più alta di amore. Con lo Spirito divino si deve quindi instaurare un rapporto di pura amicizia, presupposto indispensabile al reciproco scambio, in modo che l’anima riconosca sé stessa come Dio e Dio sia presente in tutte le forme del mondo manifestato.


Simone Weil

Simone Weil è stata una filosofa, mistica e scrittrice francese, nata a Parigi nel 1909 e morta nel 1943. La sua vita fu breve e travagliata, ma la sua produzione intellettuale è stata ampia e influente.

Weil si interessò di filosofia, matematica, teologia, politica e storia. Le sue opere sono caratterizzate da una profonda riflessione sul significato della vita, della sofferenza e della giustizia.

Nel corso della sua vita, Weil si impegnò in diverse attività, tra cui l’insegnamento, il lavoro operaio e l’attivismo politico. Fu una fervente sostenitrice della giustizia sociale e della lotta per i diritti dei lavoratori.

Weil morì di tubercolosi all’età di 34 anni. La sua opera è ancora oggi oggetto di studio e di dibattito.

Ecco alcuni dei temi principali della riflessione di Simone Weil:

La ricerca di Dio: Weil era una mistica che credeva nell’esistenza di un Dio trascendente. La sua ricerca di Dio si espresse in una serie di opere, tra cui “La forza delle cose” e “La dimensione divina dell’uomo”.

La giustizia sociale: Weil era una convinta sostenitrice della giustizia sociale. La sua critica al capitalismo e al materialismo si espresse in opere come “La prima radice” e “La condizione operaia”.

La lotta per i diritti dei lavoratori: Weil fu un’attivista politica che si impegnò per la lotta per i diritti dei lavoratori. Partecipò alle proteste operaie del 1936 e si unì alla Resistenza francese durante la seconda guerra mondiale.

Le opere di Simone Weil hanno avuto un’influenza significativa su diversi campi del pensiero, tra cui la filosofia, la teologia, la politica e la sociologia. La sua ricerca di Dio, la sua lotta per la giustizia sociale e il suo impegno per la libertà umana continuano a ispirare e a interrogare i lettori di oggi.


Angela da Foligno

Angela da Foligno (1248-1309) è stata una mistica e terziaria francescana italiana, beatificata nel 1693 da papa Innocenzo XII e canonizzata per equipollenza da papa Francesco il 9 ottobre 2013.

Nata a Foligno da una famiglia agiata, Angela visse una giovinezza dissoluta, segnata da lussuria, avidità e violenza. Nel 1285, dopo la morte del marito e dei figli, Angela iniziò un percorso di conversione spirituale che la condusse a una profonda unione con Dio.

Angela scrisse due opere autobiografiche, il Libro delle visioni e delle istruzioni e il Memoriale, in cui racconta la sua esperienza mistica. In queste opere, Angela descrive le sue visioni di Dio, le sue esperienze di dolore e di gioia, e la sua ricerca della perfezione spirituale.

Angela è una figura importante nella storia della mistica cristiana. La sua opera è stata fonte di ispirazione per molti credenti, e il suo esempio di conversione e di santità continua a essere un modello per tutti coloro che cercano Dio.

Ecco alcuni dei temi principali della spiritualità di Angela da Foligno:

L’amore di Dio: Angela credeva che l’amore fosse la forza più potente dell’universo. La sua vita fu guidata dall’amore per Dio, per gli altri e per se stessa.

La sofferenza: Angela credeva che la sofferenza fosse un dono di Dio. La sua sofferenza le permise di crescere nella fede e nella comprensione di Dio.

La misericordia: Angela era una donna misericordiosa che si dedicava al servizio degli altri. Credeva che tutti gli esseri umani fossero figli di Dio e meritevoli di amore e compassione.

Angela da Foligno è una figura complessa e affascinante. La sua vita e la sua opera sono un’ispirazione per tutti coloro che cercano Dio e la perfezione spirituale.


Etty Hillesum

Etty Hillesum (1914-1943) è stata una scrittrice e mistica olandese di origine ebraica. La sua breve vita fu interrotta dalla Shoah, ma la sua opera continua a ispirare e a interrogare i lettori di oggi.

Hillesum nacque ad Amsterdam e studiò psicologia e filosofia all’università. Nel 1941, iniziò a tenere un diario in cui raccontava i suoi pensieri e le sue esperienze durante la seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista dei Paesi Bassi.

Hillesum era una donna profondamente spirituale, ma non era religiosa nel senso tradizionale del termine. Credeva nell’esistenza di una forza divina presente in ogni essere umano e cercava di vivere la sua vita in armonia con questa forza.

Nel 1942, Hillesum iniziò a lavorare nel campo di transito di Westerbork, dove aiutava gli ebrei deportati in attesa di essere inviati nei campi di sterminio. A Westerbork, Hillesum continuò a scrivere nel suo diario e a offrire conforto e sostegno agli altri.

Nel settembre 1943, Hillesum fu deportata ad Auschwitz, dove fu assassinata poco dopo.

L’opera di Etty Hillesum è composta dai suoi diari e da alcune lettere. I suoi diari sono stati pubblicati in diverse lingue e hanno avuto un grande successo di critica e di pubblico.

In questi diari, Hillesum racconta la sua esperienza di guerra e di persecuzione con una lucidità e una profondità straordinarie. Riflette sul significato della vita, della morte e della sofferenza, e cerca di trovare un senso alla tragedia che la circonda.

Hillesum non offre soluzioni facili o risposte definitive. Il suo messaggio è complesso e sfumato, ma al suo centro c’è un profondo messaggio di speranza e di fiducia nella vita.

La sua opera è un invito a vivere ogni momento con consapevolezza e intensità, a trovare la bellezza anche in mezzo all’orrore e a non perdere mai la speranza.

Etty Hillesum è una figura esemplare del nostro tempo. La sua vita e la sua opera ci insegnano che è possibile vivere con dignità e coraggio anche nelle situazioni più difficili.


Giuliana di Norwich

Giuliana di Norwich (1342-1416) è stata una mistica inglese, commemorata come santa dalla Chiesa Anglicana (8 maggio) e come beata dalla Chiesa cattolica (13 maggio).

Nacque a Norwich, in Inghilterra, da una famiglia borghese. Nel 1373, all’età di 31 anni, fu colpita da una grave malattia che la costrinse a letto per tre anni. Durante questo periodo, ebbe una serie di visioni e di rivelazioni mistiche, che descrisse nel suo libro Le Rivelazioni dell’amore divino.

Nelle sue visioni, Giuliana vide Dio come una madre amorevole che accoglie tutti i suoi figli, anche i più peccatori. Questa visione di Dio come madre è uno dei temi centrali della sua spiritualità.

Giuliana è una figura importante nella storia della mistica cristiana. La sua opera è stata fonte di ispirazione per molti credenti, e il suo messaggio di amore e di speranza continua a essere attuale anche oggi.

Ecco alcuni dei temi principali della spiritualità di Giuliana di Norwich:

L’amore di Dio: Giuliana credeva che l’amore di Dio fosse la forza più potente dell’universo. La sua vita fu guidata dall’amore per Dio, per gli altri e per se stessa.

La misericordia di Dio: Giuliana credeva che Dio fosse un Dio misericordioso che perdona tutti i peccati.

La speranza: Giuliana credeva che la speranza fosse la forza che ci permette di superare le difficoltà della vita.

La sua opera è un invito a vivere con amore, misericordia e speranza.


Cristina Campo

Cristina Campo (1923-1977) è stata una scrittrice, poetessa e traduttrice italiana.

Nata a Bologna da una famiglia di musicisti, Cristina Campo ha vissuto un’infanzia solitaria e segnata da una grave malattia cardiaca. Questa condizione fisica l’ha costretta a una vita appartata e ha influenzato profondamente la sua visione del mondo.

Cristina Campo ha iniziato a scrivere giovanissima e si è dedicata a diversi generi letterari, tra cui la poesia, la prosa e la traduzione. La sua opera è caratterizzata da una profonda ricerca del senso della vita e della morte, da un amore per la bellezza e da un senso di mistero.

Cristina Campo è una figura complessa e affascinante. La sua opera è stata oggetto di studi e di dibattiti, ma continua a essere un’ispirazione per molti lettori.

Ecco alcuni dei temi principali della sua opera:

La bellezza: Cristina Campo era una donna profondamente sensibile alla bellezza. La bellezza era per lei un valore assoluto, che poteva trascendere il dolore e la morte.

Il mistero: Cristina Campo era affascinata dal mistero della vita e della morte. La sua opera è un tentativo di dare un senso a questi misteri.

La solitudine: Cristina Campo era una donna solitaria e introversa. La sua solitudine era una condizione scelta, che le permetteva di concentrarsi sulla sua ricerca spirituale.

Cristina Campo è una figura importante nella letteratura italiana del XX secolo. La sua opera è un contributo prezioso alla nostra comprensione del mondo e della condizione umana.


Clarice Lispector

Clarice Lispector (1920-1977) è stata una scrittrice ucraina naturalizzata brasiliana, considerata una delle autrici più importanti del XX secolo.

Le sue opere, romanzi e racconti, esplorano la complessità dell’animo umano con uno stile introspettivo e poetico, spesso intriso di simbolismo e flusso di coscienza.

Tra i temi ricorrenti ci sono l’infanzia, l’identità femminile, la solitudine, l’esplorazione dei sensi e la ricerca di una dimensione spirituale.

Alcune sue opere più note:

  • Romanzi: “Vicino al cuore selvaggio” (1943), “La passione secondo G.H.” (1964), “L’ora della stella” (1977)
  • Racconti: “Legami familiari” (1960), “La scoperta del mondo” (1984), “Tutti i racconti” (2019)

Curiosità:

  • Lispector era poliglotta e parlava fluentemente cinque lingue.
  • Ha vissuto in Brasile per la maggior parte della sua vita, ma ha anche viaggiato in Europa e negli Stati Uniti.
  • La sua scrittura ha influenzato generazioni di scrittori, in Brasile e nel mondo.

La passione secondo G.H. di Clarice Lispector:

Trama:

G.H., una donna sulla quarantina, conduce una vita tranquilla e routinaria. Un giorno, mentre si trova in casa, viene assalita da un senso di nausea e disgusto che la porta a compiere un gesto estremo: getta a terra una scatoletta di sardine. Questo evento banale scatena in lei una profonda crisi esistenziale, che la costringe a mettere in discussione la sua identità, le sue relazioni e il suo posto nel mondo.

Temi:

  • L’identità femminile: G.H. si interroga sul suo ruolo di donna, moglie e madre, e sulla sua capacità di essere se stessa al di là delle aspettative sociali.
  • La solitudine: G.H. si sente profondamente sola e alienata dal mondo, e avverte un senso di estraneità anche verso se stessa.
  • La ricerca di senso: G.H. è alla ricerca di un significato nella sua vita, e si interroga sul rapporto tra Dio e l’uomo.

Stile:

  • Il romanzo è scritto in prima persona, con uno stile introspettivo e poetico.
  • Lispector utilizza il flusso di coscienza per esplorare i pensieri e le emozioni di G.H.
  • Il linguaggio è ricco di metafore e simboli, che contribuiscono a creare un’atmosfera onirica e surreale.

Significato:

  • La passione secondo G.H. è un romanzo complesso e multiforme che può essere interpretato in diversi modi.
  • Può essere letto come una metafora della ricerca di sé, del dolore e della scoperta del proprio io più profondo.
  • Può essere visto anche come una critica alla società patriarcale e alle sue costrizioni.

Critica:

  • La passione secondo G.H. è stato accolto con grande favore dalla critica, che ne ha elogiato la scrittura originale e potente.
  • Il romanzo è considerato uno dei capolavori di Clarice Lispector e uno dei più importanti romanzi del XX secolo.

Melanie Klein (1882-1960):

Psicoanalista austriaca naturalizzata britannica.

Pioniera della psicoanalisi infantile:

  • Ha sviluppato nuove tecniche per analizzare i bambini, come il gioco e l’uso del disegno.
  • Ha sostenuto che i bambini hanno una vita fantasmatica ricca e complessa fin dai primi anni di vita.

Contributi alla teoria delle relazioni oggettuali:

  • Ha enfatizzato l’importanza delle relazioni interpersonali nello sviluppo psicologico.
  • Ha introdotto concetti come l’invidia primaria, la posizione schizoparanoide-depressiva e l’oggetto transizionale.

Critiche:

  • Le sue idee sono state criticate da alcuni per essere troppo speculative e basate su osservazioni cliniche non sistematiche.
  • Il suo pessimismo sulla natura umana è stato visto da alcuni come eccessivo.

Influenza:

  • Le sue teorie hanno avuto un impatto significativo sulla psicoanalisi e sulla psicoterapia in generale.
  • Il suo lavoro ha ispirato molti psicoanalisti, tra cui Donald Winnicott, Wilfred Bion e Hanna Segal.

Alcune sue opere più note:

  • La psicoanalisi del bambino (1932)
  • Invidia e gratitudine (1957)
  • Scritti 1921-1960 (1975)

Invidia e gratitudine di Melanie Klein:

Pubblicato nel 1957:

  • Conclude quarant’anni di lavoro psicoanalitico con bambini e adulti.
  • Si concentra sui concetti di invidia e gratitudine e sul loro ruolo nello sviluppo psicologico.

L’invidia primaria:

  • È un’emozione innata che si manifesta fin dai primi mesi di vita.
  • È una reazione alla frustrazione di non avere accesso illimitato al seno materno (o ad altri oggetti gratificanti).
  • Può portare a sentimenti di rabbia, aggressività e avidità.

La gratitudine:

  • È un’emozione che si sviluppa in seguito, quando il bambino inizia a riconoscere la madre come un individuo separato da sé.
  • È basata sulla capacità di sperimentare il seno materno come fonte di nutrimento e di amore.
  • Può portare a sentimenti di fiducia, speranza e generosità.

L’invidia e la gratitudine influenzano:

  • La formazione del Super-io.
  • La capacità di relazionarsi con gli altri.
  • La propensione alla depressione o alla mania.

Il libro è diviso in due parti:

  • La prima parte: esplora l’invidia primaria e le sue difese.
  • La seconda parte: esamina la gratitudine e il suo rapporto con la depressione e la mania.

Invidia e gratitudine è un libro importante per:

  • Psicoanalisti e psicoterapeuti.
  • Educatori e genitori.
  • Chiunque sia interessato a comprendere lo sviluppo psicologico umano.

Critica:

  • Il libro è stato elogiato per la sua originalità e per la sua profonda comprensione dell’animo umano.
  • È stato anche criticato per la sua complessità e per l’uso di un linguaggio tecnico.

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